Pharma: c’è chi dice no ai buy back della riforma fiscale USA

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È il CEO di Ovid Therapeutics, Jeremy Levin, ex numero uno di Teva, a lanciare una pesante accusa usa all’industria farmaceutica. Secondo il top manager, dopo la riforma fiscale di Trump il settore dovrebbe concentrarsi maggiormente sui pazienti e sul loro accesso ai farmaci piuttosto che sul recupero delle quote azionarie. Grazie alla riforma di Trump, negli ultimi mesi le principali pharma USA hanno infatti annunciato di aver speso almeno 45 miliardi di dollari in buy back. Levin aveva già affrontato questo argomento durante la J.P. Morgan Healthcare Conference di San Francisco,  il Governo detenutasi poco dopo l’introduzione della riforma fiscale da parte del Governo degli Stati Uniti introducesse. Il manager aveva chiesto al settore farmaceutico di incrementare la spesa nelle singole aree terapeutiche di alcune malattie come l’Alzheimer piuttosto che riacquistare “una singola azione” o distribuire dividendi più grandi. Aveva anche detto che l’industria dovrebbe cambiare le strategie di compensazione per dare invece priorità allo sviluppo di farmaci. Le industrie farmaceutiche hanno risposto dicendo invece di aver impegnato 23 miliardi di dollari per progetti di ricerca e sviluppo negli Stati Uniti. Oltre ai buy back, le aziende hanno anche annunciato alcuni aumenti nella spesa per ricerca, sviluppo, retribuzioni o bonus per i dipendenti, contributi di beneficenza e nuovi progetti.

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