“La farmaceutica è diventato un settore strategico per tutti i Paesi, quindi anche per l’Italia ed diventato fondamentale anche per la sicurezza nazionale, così come l’alimentazione”. Entro la fine dell’anno “sarà possibile sviluppare un piano di questa filiera produttiva in un quadro più generale di politica industriale italiana”. Lo ha annunciato Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy intervenuto all’incontro Pharma & Life Sciences 2023, organizzato in streaming dal Sole 24 ore .
“Assunto il ruolo di ministro delle Imprese e del Made in Italy, consapevole di quanto la farmaceutica sia importante del punto di vista della ricerca della produzione e dell’economia del nostro Paese – ha ricordato – ho messo farmaceutica e settore biomedicale al centro dell’attenzione del nostro dicastero” e “in accordo con il ministro della Salute, Orazio Schillaci, a marzo abbiamo insediato al ministero un tavolo per l’industria farmaceutica e biomedicale che rappresenta una svolta per le istituzioni del nostro Paese” per compattezza e collaborazione. A guidare la realizzazione del piano saranno proprio le riflessioni del tavolo.
“Siamo alla fase di elaborazione”, ha spiegato Urso indicando tre punti su cui si svilupperà il piano”. Ovvero “ricerca e innovazione biotecnologica; valore economico e sociale delle biotecnologie; necessità di rendere l’Italia più attrattiva nella logica di un’economia globale per ricerca e produzione”. All’evento si è parlato di un altro tema ‘caldo’ del settore, e cioé il rinnovamento dell’Aifa.
“Penso e spero che la riforma dell’Agenzia italiana del farmaco possa vedere la luce non più tardi di qualche settimana”, ha annunciato il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, intervenuto all’incontro. Questa riforma ha proseguito, “è stato uno dei primi atti di questo Governo, per rispondere a un’esigenza della filiera della farmaceutica” legata al “superamento di un impasse che esisteva all’interno dell’Aifa tra le due figure: direttore generale e presidente del Consiglio di amministrazione, quest’ultimo – un unicum- non aveva nemmeno la rappresentanza legale quindi portava in sè il seme di un ‘ingessamento’ importante”, ha sottolineato.