La pandemia sta accelerando la digitalizzazione della sanità in Europa? E L’Italia come risponde? A dare una risposta a queste domande ci ha pensato il report “Digital transformation: Shaping the future of European healthcare”, curato dal Deloitte Centre for Health Solutions. I risultati emergono da una rilevazione condotta tra marzo e aprile 2020 su circa 1.800 operatori sanitari, di cui 401 in Italia, e 40 interviste a stakeholder del settore in tutta Europa.
La fotografia del Vecchio Continente
Il livello di adozione e l’utilizzo di tecnologie digitali in ambito sanitario varia sia all’interno dei singoli Paesi, sia tra i Paesi stessi. Ad oggi le tecnologie maggiormente in uso in tutta Europa sono la cartella clinica elettronica, utilizzata dall’81% degli operatori sanitari (dal 69% in Italia), e i sistemi di prescrizione elettronici, adottati dal 62% degli operatori in Europa (dal 67% in Italia).
Il settore guarda con interesse alla comparsa delle tecnologie più innovative, come la robotica e l’intelligenza artificiale: il 5% degli operatori intervistato dichiara di utilizzare nelle proprie organizzazioni soluzioni di intelligenza artificiale e l’8% fa già uso di apparecchi robotici nelle strutture in cui lavora.
Tra i principali freni all’implementazione di tecnologie digitali emerge in particolare l’aspetto della burocrazia, citata dal 57% degli intervistati in Europa, percentuale che sale al 64% per l’Italia, al 61% per la Germania e al 67% per il Portogallo.
Anche il costo della tecnologia è segnalato come un dal 50% dei rispondenti europei (42% in Italia). Un terzo aspetto messo a fuoco dagli intervistati è quello dell’individuazione delle giuste tecnologie da implementare (49% dei rispondenti in Europa); il panel italiano guarda invece alla necessità di formare il personale a un adeguato uso della tecnologia (47% dei rispondenti).
L’emergenza Covid “volano” del cambiamento
L’utilizzo di tecnologie digitali in ambito sanitario ha subito un’accelerazione a seguito dell’emergenza COVID-19. Il 65% dei rispondenti a livello Europa dichiara infatti che la propria organizzazione ha incrementato l’impiego di tecnologie digitali per supportare il lavoro degli operatori sanitari in questa fase di grande crisi; percentuale analoga (66%) per l’Italia, dove il 29% dichiara di non avere assistito a cambiamenti nell’utilizzo delle tecnologie.
Per quanto riguarda invece l’utilizzo di tecnologie digitali per fornire supporto e modalità di ingaggio virtuali ai pazienti, il 64% dei rispondenti in Europa dichiara di aver assistito in generale ad un incremento; percentuale simile anche per gli operatori italiani.
In generale, sia per quanto riguarda le tecnologie rivolte agli operatori sanitari sia per quelle destinate ai pazienti, sono soprattutto i medici di medicina generale che dichiarano di avere assistito ad un incremento nel loro utilizzo durante l’emergenza COVID-19.
Le 4P nel futuro del sistema sanitario in Europa
Lo studio ha messo in evidenza quattro direttrici nel futuro della trasformazione digitale del sistema sanitario e della medicina, dove le tecnologie più innovative giocheranno un ruolo decisivo.
• La medicina sarà Personalizzata, grazie allo sviluppo della genomica e alla disponibilità di dati in questo campo, per consentire terapie cliniche più precise e lo sviluppo più rapido di farmaci, oltre che la possibilità di intervenire anche preventivamente per la cura delle malattie.
• La medicina sarà Predittiva, abilitata dall’intelligenza artificiale. Il machine learning può infatti abilitare sistemi di early-warning per gli operatori sanitari relativamente allo stato dei pazienti già ricoverati nelle strutture; così come il deep learning può – ad esempio – supportare nell’interpretazione automatica delle immagini mediche.
• La medicina sarà Preventiva, integrando ad esempio i dati e le informazioni già presenti nelle cartelle cliniche elettroniche con quelli provenienti da dispositivi wearable, così da individuare tempestivamente eventuali cambiamenti nelle condizioni di salute di un paziente.
• La medicina sarà Partecipativa, adottando un approccio che metta al centro il paziente e faciliti la sua interazione con il sistema sanitario in generale, oltre che incoraggi la diffusione di competenze e tecnologie digitali tra i pazienti.
“Come fare per favorire il processo di trasformazione digitale della sanità? Il cambiamento passa indubbiamente dall’implementazione di cartelle cliniche aperte e accessibili, dalla definizione di standard di interoperabilità che tengano conto dei principi di privacy e sicurezza dei dati, così come dalla creazione di un’infrastruttura IT per la sanità che sia robusta, connessa e sicura”, conclude Guido Borsani, Government & Public Services Industry Leader di Deloitte Italia, “senza tralasciare poi il tema della necessità di un framework per la governance dell’intero processo (in un Paese come il nostro in cui la sanità è regionalizzata) e dello sviluppo delle competenze digitali necessarie perché la trasformazione abbia successo”.