Sanofi, accordi agili per l’immuno-oncologia

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I dirigenti Sanofi, in occasione della presentazione dei dati del Q4 e delle previsioni per il 2020, hanno illustrato le strategie dell’azienda a breve-medio termine.

L’azienda francese ha speso 2,5 miliardi di dollari per l’accordo con la biotech Synthorx alla fine dello scorso anno, mettendo le mani su un candidato IL-2 che potrebbe diventare una base per future combinazioni in immuno-oncologia.

Per quel che riguarda eventuali accordi futuri, il CEO Paul Hudson ha sottolineato che l’azienda francese punterà all’acquisizione di “nuovi meccanismi, meccanismi complementari e combinazioni, come CD38 e PD-1”. In ogni caso, secondo Hudson “è un momento interessante per l’azienda, che può comunque contare su vaccini e dupilumab che possono continuare a mantenere una traiettoria positiva di crescita”.

Uno dei più grandi cambiamenti degli ultimi anni per l’azienda francese è stato l’accordo con Regeneron, costato 404 milioni di euro, in virtù del quale Sanofi può uscire dalla partnership sull’immuno-oncologia che le due aziende avevano stretto nel 2015.

Sanofi e Regeneron sono ora libere di operare in modo indipendente. Ma durante il quarto trimestre dello scorso anno, la coppia ha annunciato che rinnoverà la partnership sul farmaco PCSK9 Praluent e su quello per l’artrite reumatoide Kevzara, con Regeneron che avrà i diritti per gli USA sul primo e Sanofi quelli a livello globale sul secondo.

Obiettivo di questa operazione, secondo Hudson, “è di semplificare le cose ed essere più agili nella partnership. In alcuni punti sarà favorito l’aspetto finanziario, ma per altri sarà la velocità che diventerà importante”, ha concluso il CEO.

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