Nell’anno che sta per finire abbiamo assistito a importanti cambiamenti nei nomi, nei loghi e nel corporate branding di diverse big pharma e, parallelamente, anche una serie di biotech ha deciso di seguire questa strada.
Alla fine di settembre, per esempio, CytRx si è trasformata in LadRx: nuovo leader e nuovo focus clinico dopo una serie di insuccessi.
Il produttore di farmaci anti COVID-19 Adagio ha cambiato nome in Invivyd, una decisione anche questa presa in seguito a una serie di insuccessi nella pipeline e pensata per resettare il passato.
A fine ottobre la biotech belga Bone Therapeutics si è trasformata in BioSenic. Il nome è stato scelto dopo l’acquisto della maggioranza delle azioni della società da parte della biopharma francese Medsenic. L’accordo è stato concluso dopo che Bone Therapeutics è stata costretta a tagliare il suo personale e ad azzerare quasi la sua pipeline.
Contrariamente a quel che accade nel pharma, nel mondo delle biotech il rebranding può significare più di un’operazione di marketing: un vero e proprio reset per rilanciarsi in una nuova area clinica, con un nuovo look.